Descrizione
La scuola principale, la Grande école, nel sec. XVIII si trovava nel quartiere dei Gondini, dove risiedeva la maggioranza della popolazione. Il maestro doveva tenere una condotta irreprensibile ed essere un modello per i suoi allievi; era tenuto inoltre a dirigere la scuola domenicale, ad insegnare il canto, a provvedere alla pulizia e al riscaldamento delle aule, a curare la preghiera pomeridiana nel tempio, a tenere al cimitero le orazioni funebri, tutto questo per un minimo stipendio. Alla Grande école potevano accedere solo i maschi di età compresa fra i 10 e i 16 anni per un periodo di 10 mesi all'anno.
A partire dall'anno 1826 venne aperta anche una scuola "pour filles" su iniziativa di alcuni donatori stranieri, ed in particolare del reverendo inglese Sims che lanciò l'idea di avere anche alle Valli una scuola atta ad istruire le ragazze. Per quanto riguarda l'ubicazione dell'École des filles, non sappiamo esattamente quale fosse nei primi otto anni, sappiamo invece che nel 1832 venne costruita una scuola in regione Maria (ora via École des filles), e lì si tennero le lezioni. Oltre alle scuole già menzionate, anche i quartieri periferici ebbero progressivamente la loro scuoletta, a cui potevano iscriversi maschi e femmine.
Nel 1768 San Germano aveva aperte tre pluriclassi: due al capoluogo e una ai Balmas. Alla fine del secolo si tenevano lezioni anche ai Garossini. Nel 1829 anche i quartieri come Combina, Sangle, Chiabrandi e Sagna (fotografia a sinistra) avevano la loro petite école, nel 1854 si aprì la scuola dei Martinat e nel 1891 quella della Costabella. L’apertura delle scuole si deve in particolare all’impegno profuso dal colonnello inglese Beckwith, un reduce di Waterloo, che ebbe a cuore in particolare l’istruzione della popolazione valdese. Le scuolette quartierali erano aperte solo durante la stagione invernale per tre o quattro mesi, ma ebbero infatti il grande merito di portare l'istruzione ovunque, senza sradicare gli alunni dal loro ambiente ed eliminando praticamente l'analfabetismo. L'attività delle scuole era molto seguita dalla popolazione e stava particolarmente a cuore al Concistoro, che ogni anno inviava alla Tavola un rapporto dettagliato sul loro andamento. Nel 1859, con la legge Casati la gestione delle scuole passò ai Comuni e con la legge Daneo-Credaro del 1911, lo Stato progressivamente avocò a sé l'organizzazione scolastica che affidò a personale diplomato. Le scuole valdesi divennero progressivamente statali. L'uso dell'italiano sostituì la lingua francese e le scuole quartierali si chiusero ad una ad una, sia a causa dello spopolamento delle zone montane, sia a causa dell'aggravio finanziario che comportavano per lo Stato.
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