Descrizione
San Germano Chisone si trova ai piedi del Vallone del Risagliardo, una conca incastonata tra tre vallate - quelle del Chisone, del Germanasca e del Pellice - che si apre, sulla destra del Chisone.
Si tratta di un vallone chiuso, isolato, tagliato dal torrente Risagliardo, che nasce dalle pendici del Gran Truc (2366 m) e confluisce nel Chisone in prossimità dell'ex cotonificio Widemann e del ponte sulla Statale 23, voluto dal re Carlo Alberto nel 1836. La sua conformazione morfologica ha un andamento Est-Ovest: dapprima la valle sale ripida e serrata, dominata da monti con profili taglienti, poi si apre come un quadrilatero con i vertici al Castelletto della Vaccera (1512 m), al Gran Truc, alla dorsale del suggestivo Poggio dei Pini (1226 m), confinante con il Comune di Inverso Pinasca e che deve il nome alla sua vegetazione un tempo assai folta di abeti rossi, ed infine con l'ultimo vertice nella zona della già citata gola, sulla linea di demarcazione con il Comune di S. Germano. Il vallone è incassato tra erte pendici ricoperte di castagneti e faggete, gli spazi sono assai ristretti e ciò nel corso dei secoli ha condizionato profondamente le colture, limitate per lo più a frumento, grano saraceno, segale, orzo, avena e patate. Un tempo nella zona erano attive parecchie miniere di grafite, di cui restano ancora gli imbocchi murati di alcune gallerie e qualche struttura esterna. Il fondovalle è assai ridotto e limitato solo al primo tratto, dal confine con S. Germano a Rue, poiché la pendenza diventa subito rilevante ed impervia. Il territorio fu abitato fin da epoca assai remota (età de la "la peira eicrita",pietra scheggiata) da popolazioni migratorie e stanziali. San Germano Chisone nel corso dei secoli ha vissuto di riflesso le stesse vicende delle valli attigue.
Dopo la donazione della contessa Adelaide del 1064, divenne un feudo dei monaci dell'Abbazia di Abbadia e in seguito la zona passò sotto la giurisdizione del duca di Savoia. Il vallone difeso al suo imbocco dalle gole naturali della località Baricadda, sopra le quali si ergono, quali vedette, i villaggi delle Garde (l' Garda d'aval e d'amout), divenne allora luogo di transito delle armate francesi ed anche dei fuggiaschi valdesi dalla val S. Martino alla val d'Angrogna.
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