Descrizione
Le sorgenti del torrente Chisone sono situate sulle pendici del monte Appenna (2979) in val Troncea. A quota 2.430 si forma il ramo principale, mentre poco più a valle confluiscono due ramificazioni secondarie aventi origine nei valloni laterali. A San Germano il Chisone riceve le acque del Risagliardo, suo affluente di destra, che scende dal vallone di Pramollo, un territorio storicamente affine a quello sangermanese. Dopo aver attraversato la pianura pinerolese sfocia nel Pellice, un affluente del Po. Come la maggioranza dei torrenti alpini, il Chisone è povero d'acqua nel periodo estivo, ma nel periodo primaverile, al disgelo delle nevi, oppure durante le piogge autunnali, acquista una portata di piena tale da imprimere con frequenza al fenomeno alluvionale un carattere catastrofico. Il Chisone nel contesto del paese ha avuto senza dubbio un ruolo di primo piano.
Un documento comunale del XVIII sec. attesta infatti che l'acqua del torrente era un bene essenziale per l'economia del borgo, in quanto forniva l'energia necessaria ad irrigare le giornate di prati e campi poste nel fondovalle, e ad azionare la ruota dei mulini, atti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alla torchiatura dell'olio di noce. L'acqua del Chisone fornì successivamente anche l'energia per azionare le fucine del ferro e del rame, i mulini per la frantumazione della grafite estratta in loco, le falegnamerie e le concerie. Poi alla metà dell'800 il luogo adiacente al Chisone all'entrata del paese fu prescelto da Paolo Mazzonis per impiantarvi una filatura di cotone, sfruttando l'energia elettrica riciclabile mediante la rete di canalizzazione del torrente. Dalle centrali del cotonificio, poi divenuto Widemann, allora si ricavava anche l'energia elettrica per l'illuminazione del paese.
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